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Everybody’s talking, Harry Nilsson

Oggi sono un po’ influenzata e piove, quale occasione migliore per scrivere un articolino su una sessione di ritratto in casa? Continuando a leggere troverai tre aspetti chiave da tenere in mente durante un servizio fotografico tra le quattro mura domestiche.

Devo dire che fotografare in casa è una delle sessioni che preferisco fare, specialmente quando fuori piove. Si presta ad un mood intimo, accogliente, “cozy” come dicono gli inglesi. Mi hanno sempre affascinato le atmosfere del nord Europa, quella luce particolare bianca neutra che rende tutto più morbido e permette di giocare sulle più piccole sfumature e sulla tridimensionalità di una figura.

Quindi in una giornata uggiosa, come ce ne sono tante a Milano, parto da Milano Centrale direzione Saronno per fare dei ritratti sia ad Arianna che a Viola, la sua meraviglioserrima bimba di 4 anni (ma di quest’ultima ne riparliamo).

Le immagini mi serviranno per del materiale promozionale da utilizzare nel 2020 e per inserirne alcune all’interno del nuovo sito web.

La bellezza della casa di Arianna è la quantità infinita di oggetti, di tessili, di divani, finestre, poltrone da poter utilizzare. Talmente tanta che rischio di perdermici!

Per evitarlo, durante la sessione per me è importante tenere a mente almeno 3 cose:

1.

La coerenza del mood, dell’atmosfera che vogliamo raccontare. In quel caso era importante per me restituire la sensazione di casa, di un luogo sicuro. Quindi ho usato tessuti morbidi, caldi, luci soffuse. Ho fotografato tutto in daylight, utilizzando principalmente tagli stretti e focalizzandomi sui dettagli.

2.

Al solito, la luce. A volte è necessario spostare arredi o oggetti nel luogo in cui la luce è migliore. Non mi focalizzo sul fatto che, se una poltroncina che voglio utilizzare è in camera o in cucina, ma ho una finestra perfetta in salotto, io la debba spostare. Chiediamo, la prendiamo e la mettiamo dove più ci è utile.

Com’è che si dice: se la grande luce non va alla poltroncina, la poltroncina va alla grande luce.

3.

Semplicità. Che non vuol dire banalità ma, al contrario, rimanere puliti, essenziali. Tolgo tutto il superfluo: accessori inutili, cose sullo sfondo, quadri appesi, piantane, oggetti ingombranti che distoglierebbero l’attenzione sul mio soggetto.

Niente di diverso da quando cuciniamo alla fine. Penso ci si trovi meglio a lavorare sul pulito, prendersi i propri spazi per capire velocemente cosa dover utilizzare, togliendo tutto ciò che non serve.

Di seguito trovate il mio punto di vista ☕️

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